Paolo Citran - anno scolastico 2008-2009
Paolo Citran - 25-05-2009
E' ormai da molto che i dibattiti su competenze et similia non mi entusiasmano più (se mai si possa dire che mi abbiano appassionato: comunque dieci anni fa certo più di adesso).
L'ennesima illuminante circolare ci informa che si devono fare le certificazioni delle competenze. Come? Per dio! Con i voti!
Naturalmente sempre risparmiando ed innovando.
Leggendo questo continuo richiamo all'innovazione non faccio altro che rafforzare la mia convinzione di sempre, che "innovazione" è parola abbastanza neutra. Il problema è vedere se innovando si migliora o si peggiora.
A me sembra che si possa individuare un trend che parte nel 1962 e si chiude nel 2001, con i governi più vari, ed un trend inverso che dal 2001 prosegue sino ad oggi.
Paolo Citran - 20-04-2009
Maria Montessori nella sua ottimistica (innocentista) visione dell'infanzia definisce il bambino "embrione spirituale", cioè potenzialità creativa di bene e di pace: sino a che non avremo riparato alla grande ingiustizia contro il bambino cooperando con lui, ogni sforzo sarà vano. Se noi siamo quegli "uomini di buona volontà" che vogliono la pace, dobbiamo porre noi stessi queste fondamenta, lavorando per il mondo sociale del bambino: La figura del bambino deve brillare davanti a noi come un simbolo; un simbolo che ci addita non solo la meta ma l'unica via che ci permetta di raggiungerla. (da Educazione e pace, Garzanti, Milano 1964, 4.a ed.)
Paolo Citran - 03-04-2009
Si può dire probabilmente che io possa essere considerato uno che ha fatto il Sessantotto, innanzitutto per motivi banalmente anagrafici e fisici, nel senso che nel Sessantotto io ero matricola in una delle università italiane, che con gli eventi si sarebbe rivelata tra le più turbolente anche per episodi gravi di opposto colore e per personaggi che, da opposte posizioni, vi erano implicati.
Paolo Citran - 28-03-2009
Ricordo di aver letto - qualche anno fa - una notarella di costume a proposito dell'uso inappropriato e reiterato dell'espressione "Assolutamente sì!" Allora non ci avevo mai fatto caso. Da quella volta posi attenzione alla cosa ed in particolare al diffondersi ed alla frequente reiterazione di tale modalità comunicativa. E cominciai ad avvertire consciamente quello che forse era prima un inconscio fastidio. Oggi l'"assolutamente sì" viene pronunciato particolarmente da rampanti od aspiranti tali di ogni tipo.
Nel mondo della scuola quest'espressione fa coppia con l'imperativo categorico della risolutezza, del decisionismo, insomma, della proterva, ma tanto decantata, assertività.
Paolo Citran - 21-03-2009
CHE FINE HANNO FATTO LE SCIENZE SOCIALI?

Già, le Scienze (gli Studi) Sociali. Le hanno tolte dalle Indicazioni per il Curricolo del Primo Ciclo (infanzia, primaria, medie), mentre i Programmi dell'Ottantacinque avevano conferito un pochino del posto che sarebbe loro spettato alle Elementari.

Potenza delle lobbies disciplinari!

Sarebbe stato importante rivedere da questo punto di vista i Programmi del Settantanove per le Media. Poi alle Superiori si poteva ipotizzare di mettere a regime un Liceo della Scienze Sociali (Berlinguer-De Mauro) e/o quello Sociopsicopedagogico (Brocca) e/o delle Scienze Umane (Moratti), tre progetti non andati oltre il livello sperimentale nei casi migliori (Brocca e Berlinguer).

Mi soffermerò qui di seguito sulla Commissione De Mauro.
Paolo Citran - 17-03-2009
... una domanda di fondo va posta: c'è spazio per il dubbio nella scuola dell'autonomia? Dato che nella nostra Repubblica dallo scranno della Presidenza della Camera - sulle orme del papa - si è anche filosofeggiato fuori contesto contro il relativismo culturale?

Quello che mi chiedo, dopo una vita professionale dedicata ad insegnare a pensare, e quindi in primis a dubitare, è se questa nostra scuola (tanto decantata) dell'autonomia sia favorevole al dubitare sistematico avverso al pensiero unico o ad un decisionismo simil-manageriale irriflessivo e senz'anima, piuttosto che ad una colta cultura critica capace di dubbio, che non esclude la decisione, ma la connette alla saggia ponderazione ed alla consapevolezza della propria fallibilità...
Paolo Citran - 13-03-2009
Karl Barth, generalmente considerato il maggiore teologo protestante del secolo scorso, in base al principio calvinista della salvezza attraverso la sola grazia - sola gratia - (corrispettivo oggettivo della soggettiva sola fide), partendo dalla cupa ...
Paolo Citran - 07-03-2009
La mia convinzione è che degli standard di apprendimento vadano definiti. Anche per combattere la tendenza alla abolizione legale del titolo di studio. Non è pensabile che in un modo si valuti il profitto a Verbania ed in un altro totalmente diverso a Canicattì, in un modo a Tarvisio ed in un altro a Lampedusa . Pur se è indubbio che le realtà socioantropologiche sono assai diverse e che gli standard non possono essere eccessivamente rigidi. Probabilmente pesanti limiti delle valutazioni internazionali sono legate proprio a questioni di tal fatta.
Paolo Citran - 07-03-2009
Adesso che si pone per capi d'Istituto e segreterie il problema dell'invio on-line dei dati delle iscrizioni, inizierà - immagino - una "battaglia degli organici" che si protrarrà fino ad agosto o giù di lì.

Nella "mia" (pro tempore) scuola (un Istituto Comprensivo) il grosso delle scelte per elementari e medie (pardon: primarie e secondarie di 1°) è andato sulle trenta ore. Io ritengo abbastanza ragionevole un orario di trenta ore settimanali (purché supportato da pomeriggi di recupero ed arricchimento, specie se è senza compresenze) da svolgersi al mattino nell'arco di sei giornate settimanali per cinque ore al giorno.

Se non ché l' universo socioantropologico consumistico e mercantile in cui oggi vivacchiamo ha ormai indotto il "bisogno" del sabato libero per tutti (dal punto di vista didattico a mio parere piuttosto deleterio), essendo ormai nell'imperante pensiero unico della banalità quotidiana, in cui la scuola vera e formativa è un optional, preferibile che le giovani generazioni passino il sabato ai centri commerciali piuttosto che a scuola.
Paolo Citran - 02-03-2009
Col ministro Gelmini (presumibilmente non prima né ultima a sostenere a spada tratta questo principio, per esempio sul terreno minato della valutazione del personale della scuola, della qualità delle istituzione scolastiche, oltre che nel tradizionale campo del profitto scolastico con l'oscenità del ritorno ai voti nella scuola elementare e media - operazione purtroppo avviata a suo tempo da Luigi Berlinguer auspice Maragliano dopo l'esperienza importante delle "schede sperimentali" e portata a compimento dalla Gelmini) quello della meritocrazia si configura come un tormentone, a vasto raggio ancor più che al tempo del famigerato "Concorsone", oggi col supporto parlamentare di Valentina Aprea & C.

Una vasta esperienza di candidato, di commissario e di presidente di commissione alla maturità nelle sue molteplici transeunti epifanie mi ha rafforzato in questa convinzione (anche se ritengo possibile essere più equi con un'esplicitazione delle regole ed un'ostinata voglia di correttezza e giustizia da parte di chi le commissioni presiede, dandosi tra l'altro alla maturità - pardon: esami conclusivi di stato - una documentazione ed una presenza di membri interni - assente invece per lo più nelle forme concorsuali) che possono ridurre l'aleatorietà degli esiti, ma anche falsare.
Paolo Citran - 27-02-2009
Quali sono le strade per una nuova valorizzazione delle potenzialità cognitive dello studente ?

Il binomio di base è sempre quello del rapporto insegnamento/apprendimento, laddove non c'è posto né per il puero-centrismo, né per il magistro-centrismo, né per il mateto-centrismo.

Un triangolo virtuoso è dato dalla mediazione/interazione tra conoscenza e discente, mediazione che si regge su un ago della bilancia, rappresentato dal docente: il docente come esperto della conoscenza, dell'insegnamento, dei processi cognitivi del soggetto discente (e attenzione al processo, non solo al prodotto !) da saper riconoscere e valutare.

Di questo, che è l'essenziale, nei collegi docenti non se ne parla quasi più.

La cultura e l'attenzione alla crescita cognitiva degli allievi sta diventando l'ultimo interesse della scuola, un optional, insomma. E la didattica: notoriamente, non esiste.

Contano anzitutto l'immagine, poi l'autotutela, infine il marketing biecamente mercantilistico che bada all'apparire piuttosto che all'essere, che rispetto ai possibili "clienti" mette in piedi un autentico mercato delle vacche, facendosi le scuole quando possibile reciprocamente le scarpe anziché attivare benefiche sinergie in rete.
Paolo Citran - 02-02-2009
Dal punto di vista del mondo laico, e più precisamente di quello legato al mondo della scuola, la modalità negligée e la nonchalance diffuse per tali temi occupano un campo proibito che certamente non disdegnarono - lasciando per il futuro spazio all'ermeneutica contemporanea e se si vuole post-moderna - gli Hegel, i Marx, i Sartre ed i Bloch, i Feuerbach ed i Nietzsche, i Freud, gli Jung ed i Malinowski, che insieme ad altri costituiscono un patrimonio di conoscenza problematica e problematizzante spesso snobbato e lasciato come zona franca ad un approccio che si considera sorretto dallo Spirito Santo, oltre che dal Concordato.
Paolo Citran - 31-01-2009
Credo chiaro che il tema del relativismo, che non va necessariamente letto come bolsa espressione delle voglie dell'io, da questo momento storico nel nostro Paese è diventato il tema all'ordine del giorno della filosofia filosofata, che trova una
materializzazione significativa sia in libri seriosi che in pamphlets irridenti, come quello di Odifreddi.
L'ineluttabilità del relativismo - o, meglio, del pensiero relativo - non è una novità: quel che vi è di nuovo oggi mi pare il suo essere nell'occhio del ciclone; molti assumono in qualche modo il relativismo come proprio e molti lo contestano (a mio avviso senza troppi argomenti probanti) .
Paolo Citran - 26-01-2009
... apri per caso la TV e ascolti che si discute di come e qualmente sia opportuno rifarsi il seno, ovviamente con annessa ostensione fin appena sopra il capezzolo di mostruose tette debordanti con protesi siliconiche, ovvero si discetta di argomenti "cruciali" che affrontano il dilemma se sia il caso di "vendere" la propria verginità per pagarsi un buon master...

Altro che Paoli, altro che De André (di tempi ancor controriformistici quando il prete ti diceva che baciare è peccato). Questi sono i modelli (vergognosi non perché peccaminosi, ma perché cretini) che si fanno assorbire non mitridaticamente, ma in dosi massicce, ai nostri studenti, giovani insegnanti, figli, nipoti, ecc. ecc.
Paolo Citran - 24-01-2009
Sviluppare le maschie (anche per le ragazze?) virtù con sport e disciplina, educazione motoria e sportiva (ma perché poi l'educazione fisica non faceva media? Oggi si scopre che sì), magari (mi permetterei di suggerirLe) ogni sabato (tanto ormai il sabato non fa scuola quasi nessuno), per combattere lo spettro del bullismo.

Il bullismo va combattuto, ma lo studente dev'essere al centro, anzi - dice Maria Stella intervistata da un foglio berlusconese - il problema sta nel mettere al centro lo studente, rivisto nella sua formazione a 360°.

Ma come metterlo a 360°?
Paolo Citran - 29-11-2008
Giunge dall'Ufficio Scolastico Regionale del Friuli-VG una circolare indirizzata ai Dirigenti scolastici sul tema "onerosità e/o gratuità delle visite fiscali".
Rispondendo a quesiti pervenuti da alcune scuole, l'Ufficio cita una sentenza della Cassazione che si esprime nel senso che "l'onere del pagamento della visita fiscale grava sul datore di lavoro".
L'Ufficio nota altresì che la sentenza nulla cambia nell'impianto normativo esistente, in quanto il suo valore non è "erga omnes".
Pertanto l'Amministrazione Scolastica, sulla scorta del parere dell'Avvocatura dello Stato, applica il criterio che "le visite fiscali rientrano nelle competenze delle Unità Sanitarie Locali e rappresentano prestazioni comunque a carico del Servizio Sanitario Nazionale"...

Paolo Citran - 03-11-2008
Emma Bonino, in un suo intervento al congresso del Partito Radicale, nel criticare l'annuncio da parte di Valter Veltroni di un referendum popolare contro pseudo-riforma Gelmini, ha giustificato tale critica con la motivazione che i referendum debbono farsi solo sui grandi problemi legati ai diritti umani e a non a piccoli provvedimenti di dettaglio: pensiamo alle cose serie non al grembiulino! - ha proclamato in modo riduttivo ed offensivo l'esponente radicale.
Strabiliante mi è apparsa l'idea che non siano in gioco diritti fondamentali quando si tratti di scuola: il perché di tale "strabilio" pare tanto ovvio che non credo abbia bisogno di esplicitazioni...
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